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Vita da bar - 13° puntata


Immagine CC0 creative commons

Non mi capitò nulla, ma nulla di nulla, come conseguenza della mia azione un po' scellerata nel finale del torneo di Briscola, anzi, a dire il vero, un qualcosa mi successe, ma di molto più sottile, che mi fece pagare uno scotto molto alto, certe persone si accorsero di me, attirai la loro attenzione, in senso negativo...

L'invidia si sa, è una brutta bestia, e di invidia tra i giocatori ce n'è tanta, io non ho mai patito e sofferto di questa condizione, non so dove sta di casa l'invidia, né al tavolo da gioco, né nella vita, chi mi conosce lo sa, ho mille altri difetti ma l'invidia no, assolutamente, mi sta troppo sul cazzo come atteggiamento mentale, ma ai tavoli da gioco è un sentimento che si spreca davvero, ne circola a fiumi, per cui un giocatore in particolare incominciò a curarmi...

Era un vecchietto, malefico, maligno, perfido, che non il suo modo di fare mi attirava al tavolo da gioco, per fare delle partite a Scopa, io contro di lui, giocavo ormai da una decina di anni a quel gioco, per cui mi sentivo forte e rodato, pronto per fronteggiare qualsiasi giocatore...

Beata incoscienza, beata supponenza, beata gioventù, dannata imbecillità, era invece da dire, la mia superficialità, il mio ego del cazzo mi fece commettere tutta una serie di errori, tra cui, indiscutibilmente, quello di sottovalutare quel vecchietto, ma più che sottovalutarlo, rivalutavo tantissimo la mia persona, ponendomi se non sopra il suo livello di gioco, almeno alla pari, confidando in una certa dose di culo che spesso avevo al tavolo da gioco...

Errore gravissimo, che pagai profumatamente, le partite si svolgevano sui 16 punti, il primo che ci arrivava vinceva, diecimila lire ogni volta, ogni tanto vincevo anch'io, una partita in qua e in là, ma la media, alla fine di ogni sessione di gioco, era compresa tra le 2 e le 4 partite di differenza a favore del vecchiaccio, per cui mi fotteva tra le 20 e le 40 mila lire a serata, a volte anche la domenica pomeriggio, questa storia continuò per qualche settimana, poi improvvisamente mi svegliai, e decisi che era ora di finirla con quella pugnetta, perché la storia insegnò come mi inchiappettò circa 6, forse 700 mila lire in tutto, anche se lavoravo da tempo, mi stava molto sul cazzo versare quella sorta di tangente nelle sue tasche, ma un altro gioco si stava, lentamente, affacciando nella mia vita, un gioco chemi era da sempre stato dipinto come demoniaco, da tenere alla larga, nonostante tutto, logicamente, avevo, almeno nella mia testa, imparato a giocarlo, ma a quei tempi devo ammettere e dire apertamente che, semplicemente, tenevo le carte in mano, mentre io ero, tanto per cambiare, convinto di essere un mezzo giocatore, sto parlando del poker, quello tradizionale, con 5 carte, in quel bar si giocava a poker, senza grandi problemi, si giocava in maniera pesante, non pesantissima, e dopo qualche giornata passata ad osservare qualche giocatore, improvvisamente mi fecero fare la prima partita con loro, furono dolori immediati...

Continua...