L'inferno mi attende ma sono così, prendere o lasciare - 2° parte


Immagine CC0 creative commons

Non ho la certezza di questa mia prima affermazione, perché se così non fosse, quasi certamente sarebbe finita diversamente, prima o poi gli avrei effettivamente messo le mani addosso, lasciandogli un ricordo indelebile del mio passaggio, ma questa sensazione, non ancora confermata, mi ritornò in mente solo alcuni anni fa, così, per puro caso, ricordando alcuni fatti e accadimenti che non avevano una stretta attinenza con quella persona...

Probabilmente era addirittura un mio vicino di casa, ripeto, non sono certo di questa cosa, perché il ricordo si perde a una quarantina di anni fa, ma sto pezzo di merda dovrebbe aver addirittura fatto delle avances alla ex-moglie di mio fratello, durante il periodo del suo primo esaurimento nervoso, io ero semplicemente un ragazzetto, ma la persona che incontrai io, una ventina di anni fa, corrisponde proprio alla persona di quel ricordo lontano, se mi fosse venuto in mente ed avessi avuto la certezza, tutto sarebbe stato diverso, ma andiamo ai fatti certi...

Una ventina di anni fa, poco più, ero in una situazione affettiva molto particolare, diciamo che ero in ballo, insieme alla persona con cui stavo ballando (che divenne poi la mia compagna) mi recai in un locale, gestito da questo signore, ero stato preventivamente avvisato, che dovevo tenere la lingua a freno, perché aveva un carattere da prendere con le molle, entrai con i migliori propositi, anche in considerazione del fatto che, in un certo senso e sotto un determinato punto di vista, avevo bisogno di lui...

Era il presidente di un club calcistico di una squadra di cui io non facevo il tifo, volevo fare una tessera con il suo club per seguire la mia compagna nelle trasferte della sua squadra, logicamente, anche in questa specifica eventualità, sapevo come comportarmi...

Entrammo nel suo locale, era un caldo pomeriggio estivo, ricordo perfettamente tutto quanto, come se fosse ieri, non potrebbe essere altrimenti, per quello che successe quel giorno, o, ancora meglio, per quanto venne detto, di maledetto...

La mia compagna lo salutò, io pure, lui fece una festa incredibile a lei (se ci fosse stato quel ricordo di cui sopra, si sarebbe scavato la fossa, per quello che disse dopo), a me mi cagò di striscio, lei disse che voleva rinnovare la tessera al suo club, e che l'avrei voluta fare anch'io...

Qualche secondo di silenzio, probabilmente doveva attivare il mono-neurone, poi, sempre guardando lei...

"Lui che squadra tifa..."

Lei non rispose, io non sopportavo quel clima, e dissi semplicemente...

"Non capisco cosa c'entra..."

"C'entra, c'entra, dimmi per quale squadra fai il tifo..."

"Sono juventino."

Faccia inespressiva, sguardo perso nel vuoto, poi, lentamente, si gira verso di me, con voce lenta, pesante e cadenzata...

"Sai perché tengo il televisore sempre acceso?"

Non capivo se stesse aspettando o meno una risposta, mi ripete, con un tono più minaccioso, la domanda, rispondo che non lo so, e allora inizia...

"Tengo la televisione accesa perché spero in una Superga Bianconera, che finalmente l'aereo cada e faccia sparire quella squadra, dal primo all'ultimo dei giocatori, dirigenti, accompagnatori e massaggiatori, ma ci devono essere tutti, non deve rimanere traccia alcuna di voi, e la tengo accesa su Canale 5, perché della Rai non mi fido, meglio la televisione privata, che non è amica di voi, schifosi bianconeri del cazzo..."

Continua...

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