L'inferno mi attende ma sono così, prendere o lasciare - 3° parte


Immagine CC0 creative commons

Mi sembra di sognare, tutto assurdo, stordito da quelle parole di cui non riuscivo bene a percepire la portata, ma lui, senza minimamente battere ciglio, si rivolse alla mia compagna...

"Se mi confermi i tuoi dati, ti faccio subito la tessera, a lui no..."

Proprio la figura da ebete, da invornito, non la volevo fare, per cui cercai di capire se fosse serio o stesse scherzando, facendo questa affermazione...

"Sono una persona capace a comportarsi, so perfettamente cosa devo fare, nel caso che vi seguissi in una trasferta, per cui non vedo dove sia il problema..."

Senza più degnarmi di uno sguardo, mi apostrofò in questa maniera...

"Il problema è quella squadraccia per cui tifi, per cui non se ne fa nulla, chiaro?!?!"

Era pronto con la penna in mano, per fare la tessera alla mia compagna, che disse solo una cosa...

"Siamo a posto così, ti saluto...", e girammo i tacchi, uscendo in strada a respirare dell'aria fresca, perché là dentro si era creata un'atmosfera allucinante...

Camminavamo senza dire una parola, ancora increduli a quello che avevamo sentito poco prima, poi iniziai a parlare...

"Non finisce qui, se lui è scemo, adesso provo a fargliela pagare, chiamo un responsabile dei club della vostra squadra e vediamo che posso dargli fastidio, questo è uno a cui va rotta la faccia, sto pezzo di merda, ma chi cazzo si crede di essere??"

"Lascia stare, lascialo perdere, è meglio perderlo che smarrirlo, non ho parole..."

Cercai di metabolizzare il tutto, ma non era facile, e decisi di mettere in pratica quello che avevo detto, incominciai a chiamare a destra e manca, finché non ebbi un colloquio con un responsabile dei club a livello nazionale, al quale riferii passo passo tutto quello che quella faccia da culo aveva detto, volevo avere soddisfazione alla grave offesa che avevo ricevuto...

Questa persona, molto cortese e a modo, non poteva non darmi ragione, mi congedò scusandosi per l'accaduto, in quanto ero stato infamato a livello umano, etico e sportivo, dicendomi infine che non avrebbe fatto cadere la cosa nel dimenticatoio, non so il fatto che sto per raccontare è in relazione con la mia telefonata, ma un pomeriggio successivo di un paio di settimane circa a quel contatto telefonico mi vedo arrivare quella bella persona nel mio locale...

Cagato zero, non si siede neanche e percorre per un paio di volte il corridoio del mio locale, finché si degna di rivolgermi la parola chiedendo della mia compagna...

"Non c'è in questo momento, ma non ha nulla da spartire con te..."

"Questo lo decido io, eventualmente...", mi replica seccato e autoritario...

"No, se io dico che non avete nulla a che spartire, non avrete mai più nulla a che spartire, non so se mi sono spiegato, ok?!?!"

"Ma chi ti credi di essere per dire una cosa del genere?"

"Sono uno che può dire una cosa del genere, tu non ti preoccupare di chi sia io o meno, ma se per caso so che hai cercato di contattarla dopo questa giornata, poi capirai chi o cosa sono io..."

All'epoca aveva poco più della mia età attuale, ma il fisico era già in decadimento, minato dal fumo e dall'alcol che costantemente assumeva, per cui fece due più due e decise che non era il caso di andare avanti, si dileguò velocemente, anche se ero convinto che non sarebbe finita facilmente, ma mi sbagliavo, in un certo senso avrei voluto mettergli pesantemente le mani addosso, il suo modo di fare era insolente e irritante, ma non incrociò più la mia strada, di lui mi arrivò solamente un'altra voce, riportata da un'altra persona, a ulteriore testimonianza del suo modo di comportarsi...

Continua...

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