Il tempo passa, inesorabilmente... 2° parte


Immagine CC0 creative commons

Ci siamo salutati, cordialmente, e non posso fare altro che confermare che portava in maniera splendida la sua età, veramente ci sarebbe anche un altro soggetto, addirittura più anziano di lui, che al contrario sente molto di più il peso degli anni, mio padre...

Nell'agosto del 2012 cadde un autentico fulmine a ciel sereno, ricevetti una telefonata che mi annunciava che mio padre era in ospedale, per un infarto...

Un infarto? Mio padre un infarto??

E' sempre stato, a modo suo, una persona attenta nella sua vita, in particolar modo dopo i 40 anni, una decina di anni prima smise di fumare, di punto in bianco, disse basta sigarette e basta fu, per sempre, e la sua vita successiva fu costellata da piccole e grandi manie, che si potrebbero quasi definire di persecuzione, perché quella cosa si poteva fare, quell'altra non si doveva assolutamente fare, e via discorrendo, non ci sono state tante mezze misure, o sì, o no, e se è no, è no al 100%, nel senso che non ci sono deroghe a certi divieti, mi sto riferendo soprattutto a livello alimentare...

La farina fino a qualche anno fa si andava a comprare direttamente in un mulino che macinava ancora a pietra, per la carne si faceva scorta 2-3 volte all'anno nella macelleria di fiducia, il miele si scendeva da un vecchio amico a una cinquantina di km dalla nostra città, l'olio in un piccolo frantoio, per quasi tutto c'era un punto di riferimento, un luogo fedele e cui si era fidelizzato e nel quale riponeva la sua fiducia, ma l'infarto, soprattutto negli ultimi 2-3 anni, ha ribaltato e irrimediabilmente fatto finire quelle sue piccole abitudini di acquisto localizzato...

I primi periodi dopo l'infarto, sotto diversi punti di vista, furono i peggiori in assoluto, ancora il cervello funzionava al 100%, ritrovarsi per lui a fare i conti con tutte le medicine che gli prescrissero fu un'autentica mazzata, lui che fino a quel momento prendeva, sì e no, un paio di aspirine o tachipirine all'anno, ricordo perfettamente un giorno, quando andai a trovare a casa i miei genitori, guardai mio padre, fermo, immobile, davanti a una bella distesa di medicine, si fece scappare un commento, a denti stretti...

"Eehh, come siamo ridotti male..."

Poi le cose lentamente cambiarono, le medicine divennero una consolidata abitudine, a volte ridotte nel quantitativo, a volte cambiate, a volte aumentate, a volte eliminate (in pochissimi casi), resta il fatto che non se ne può più fare a meno, anzi, il pericolo di dimenticare di prendere è sempre dietro l'angolo, perché lui ricorda le cose ma fino a un certo punto, se non ci fosse la servoassistenza di mia madre, non so quante volte si sarebbe dimenticato le magiche pillole o compresse...

Continua...

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