I momenti significativi a livello podistico - 28° puntata - Una gara massacrante - 1° parte


Immagine CC0 creative commons

Archiavata quella gara, così intensa e particolare, durante quell'inverno posi delle valide e serie basi per aumentare la mia resistenza generale, in quanto si cimentai in diverse gare di corsa campestre, che facevano parte di un circuito di Cross Regionali, si trattava anche in questo caso di gare molto selettive e impegnative, per le quali occorreva possedere il tesseramento con la Fiderazione Italiana di Atletica Leggera di tipologia Assoluta, cioè essere un atleta che appartiene, a tutti gli effetti, al settore primario dell'atletica...

Mi ero tesserato proprio un paio di mesi prima per il settore Assoluto, in considerazione del fatto di quella partecipazione a quelle gare speciali, mentre a livello di gare su strada le cose non cambiavano più di tanto, non c'erano praticamente differenze sostanziali se non nelle competizioni riconosciute a livello regionale o assoluto...

La gara che mi rimane più impressa, anche a distanza di tanto tempo, è certamente un Cross, che si tenne a Rubiera, paese in provincia di Reggio Emilia, dove gareggiai per il settore Assoluto, come da tessera acquisita...

Erano previste diverse partenze, le prime che avrebbero preso il via sarebbero state quelle giovanili, poi a seguire quelle femminili, in seguito le categorie amatoriale, e infine, per ultimo, il Settore Assoluto, con un orario approssimativo fissato a cavallo del mezzogiorno...

Troppo ottimistico, quell'orario, in quanto l'ora di pranzo passò con la partenza della 1° batteria delle categorie amatoriali, l'ultima delle quali concluse la sua prova alle 2 e mezzo, il tempo per fare chiamare alla partenza gli atleti del settore Assoluto, tra cui rientravo anch'io, e si diede il via...

Un macello, il percorso era composto da un circuito che si snodava in un campo, della lunghezza di circa 1,250 km, da ripetersi la bellezza di ben 8 volte, per andare a formare una gara di 10 km, di particolare impegno sotto dal punto di vista muscolare, in quanto dopo che eravano passate tante categorie il fango faceva capolino in qua e in là, andando a piazzarsi in uno specifico punto, rendendolo estremamente ostico il suo superamento...

Quel giro a un certo punto del suo percorso andava a costeggiare l'argine di un fiume, che era più del sentiero sottostante di qualche metro, nell'intenzione degli organizzatori avremmo dovuto valicare quell'asperità correndo in diagonale, per una salita progressiva, ma dopo un paio di giri non era più possibile, il fango non consentiva una progressione di quel genere, dovevamo rallentare la nostra corsa, fare uno scatto molto duro, arrivando ad arrampicarci letteralmente per quello strappo usando anche le mani, per cercare degli appigli improbabili...

Continua...

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