Fuoriposto - 53° puntata


Immagine CC0 creative commons

"Dai, non scherzare, tu sei il mio amico, il mio amico del cuore, è una cosa diversa, ti voglio un bene dell'anima, ma bene, capisci??"

"Capisco, capisco, e poi sarebbe un casino, con tutta questa distanza che ci separa...", e distolsi lo sguardo, perché si stavano toccando delle corde molto sensibili, lei se ne accorse, e da brava ragazza quale era, prese dolcemente il mio viso e lo tirò a sé, guardandomi con quegli occhi che mi piacevano davvero, come lei del resto, deglutì un paio di volte, fino a dirmi...

"Non essere triste, non te la prendere, tu vai benissimo, purtroppo io sono impegnata, non si sa mai, per il momento è così, ma ti vedo anche tantissimo come amico, mi dispiace ma è così, anche se sei tanto dolce e caro, qualche domanda me la fai passare per la testa..."

Fu il mio turno di deglutire, e di provare a ricacciare indietro una lacrima che voleva a tutti i costi scendere (e alla fine scese effettivamente), per cui disse solamente due parole, proprio di numero...

"Del tipo?"

"Del tipo che lo so io, non fare il bambinetto curioso e birichino, già oggi mi hai fatto vedere l'uccellino, anche se non volevi, ma sono sicura che non ti è dispiaciuto..."

Cazzo mi aveva sgamato, la mia classica sensazione di merda di arrossire fu nettissima, la conferma nelle sue parole...

"Mi fai morire, anche se c'è poca illuminazione è lampante il tuo imbarazzo e rossore, dai, è normale che un ometto si stimi quando può mostrare il pisellino..."

Dovevo recuperare un po' di punti, dovevo provare a fare l'uomo sul serio, fanculo il rossore, fanculo la timidezza, una cazzata, una battuta la dovevo pur dare, sempre sempre incassare da lei, solo perché mi piaceva??

"Se non te la smetti, quando torniamo in macchina ti prendo sulle gambe e ti sculaccio, poi lo vedi l'uccellino..."

"Guarda, sono talmente tranquilla che mi metterei in posizione, per metterti alla prova, perché sono certa di ricevere altri tipi di pacche sul sedere, o sbaglio??"

Pamm, colpito e affondato nuovamente, poca distanza, poche difese alzate, dialettica corta, ero molto evidente nelle mie movenze e nei miei intenti, per cui dissi la prima cosa che mi passava per la testa...

"Scusa, non volevo sempre fare la parte del coglione imbranato..."

Mi guardava, con i suoi occhioni scuri, che mi disarmavano costantemente, sembrava che li conoscessi da sempre, per qualche secondo mi perlustrarono in profondità, pareva che mi scavasse dentro, poi, con la sua voce con la quale avevo immediatamente familiarizzato...

"Sei proprio un bravo ragazzo..."

Perché facevo sempre la parte del bravo ragazzo, perché ogni tanto non ero un ragazzaccio? Perché ero nato così, di quel buono che a volte sconfina nel coglione, con le ragazze occorreva un passo diverso, a volte più incisivo, piuttosto che quell'andazzo molto ingenuo e sincero, una faccia un po' più tosta, reggere il colpo meglio, insomma un passo più spigliato e leggero, per essere, alla resa dei conti, più interessante e, a volte, misterioso, troppo lineare e, per certi versi, scontato...

Continua...

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Ecency