Una sera Luca scende a buttare la spazzatura, ma quando cerca di rientrare nella sua casa, al 20° piano di un palazzone di periferia, scopre che nel suo appartamento ci abita un'altra persona e che la sua vita, come era fino a qualche momento prima, non esiste più. Cominciano da questo momento per Luca nuove ed inaspettate avventure che si mischiano ai ricordi della sua vecchia vita.

I bicchieri

Ovviamente non era il pinot ad essere finito.
Quando uscimmo, pagando ognuno per sé, Elena aggiunse seimila lire di bicchieri ad ognuno di noi, io ero l'ultimo della fila davanti alla cassa, gli altri mi aspettavano fuori, piuttosto mogi, malgrado il tasso alcolico.
Elena mi disse “Ottomila.”
“Come ottomila e i bicchieri?”
“I bicchieri li hanno già pagati tutti quanti quella manica di idioti dei tuoi amici, lo so che tu non c'entri.”
Rimasi stupito per l'insolita aggressività e determinazione di Elena, evidentemente la padrona della pizzeria se l'era presa anche con lei in quanto responsabile del nostro tavolo.
A dire il vero poi io avevo rotto la mia sana quota di due bicchieri come tutti gli altri ed ero anche stato uno dei primi a farlo.
Quella sera, basandosi anche sulla falsa opinione che Luca, cioè io, fossi l'unico sotto i trenta in tutto il paese a non essere un idiota bifolco, ebbe inizio ufficialmente la nostra storia. Io, forse anche per via del pinot, chiesi ad Elena a che ora finiva e le dissi se potevo accompagnarla a casa. Lei mi disse sì.
La cosa potrebbe sembrare del tutto normale, se solo non fosse che casa sua condivideva lo stesso muro portante con la pizzeria e tra i due ingressi ci fossero non più di quattro passi. Per altro non si dice forse facciamo quattro passi?
Certo quando lo si dice si tratta di una figura retorica e non si intende esattamente quattro passi contati.
In onore quindi alla retorica quella sera facemmo un lungo giro alternativo e non la linea più breve che unisce i punti A e B. Durante quel giro, per la prima volta, ci scambiammo un bacio. Elena allora aveva solo diciassette anni e io non avevo ancora compiuto i venti. Dalla sera dei bicchieri sono passati quindici anni e ora sono seduto sul terzo gradino della prima rampa di scale del palazzo dove abitiamo da quando ci siamo sposati. Ho la testa tra le mani, appoggiata alle ginocchia, un gran freddo nelle ossa. Venti piani sopra di me una donna sconosciuta è barricata nell'appartamento dove avrebbe dovuto esserci la mia Elena e io non so cosa fare e dove andare.

...continua

One evening Luca goes down to take out the garbage, but when he tries to return to his house, on the 20th floor of a suburban building, he discovers that another person lives in his apartment and that his life, as it was until some moment before, it no longer exists. From this moment on, new and unexpected adventures begin for Luca, which mix with the memories of his old life.

The glasses

Obviously it was not the pinot that was finished.
When we went out, paying each for himself, Elena added six thousand liras of glasses to each of us, I was the last in the line in front of the cash register, the others were waiting for me outside, rather dull, despite the alcohol content.
Elena told me "Eight thousand."
"How about eight thousand, and the glasses?"
"The glasses have already paid for all of that bunch of idiots of your friends, I know you have nothing to do with it."
I was amazed by Elena's unusual aggression and determination, evidently the owner of the pizzeria had also taken it out on her as the manager of our table.
Actually, I had broken my healthy share of two glasses like everyone else and I was also one of the first to do so.
That evening, also based on the false opinion that Luca, that is I, was the only one under thirty in the whole country who was not a sucker idiot, our story officially began. I, perhaps also because of the pinot, I asked Elena what time it ended and I told her if I could take her home. She said yes.
This might seem completely normal, if only it wasn't that his house shared the same load-bearing wall with the pizzeria and between the two entrances there were no more than four steps. On the other hand, doesn't it say maybe let's take a walk?
Of course, when we say it we are dealing with a figure of speech and we do not mean exactly four steps counted.
So in honor of the rhetoric that evening we did a long alternate loop and not the shorter line joining points A and B. During that loop, for the first time, we exchanged a kiss. Elena was then only seventeen and I was not yet twenty. Fifteen years have passed since the evening of the glasses and now I am sitting on the third step of the first flight of stairs in the building where we have lived since we got married. My head is in my hands, resting on my knees, a great cold in my bones. Twenty floors above me an unknown woman is barricaded in the apartment where my Elena was supposed to be and I don't know what to do or where to go.

...to be continued