Una sera Luca scende a buttare la spazzatura, ma quando cerca di rientrare nella sua casa, al 20° piano di un palazzone di periferia, scopre che nel suo appartamento ci abita un'altra persona e che la sua vita, come era fino a qualche momento prima, non esiste più. Cominciano da questo momento per Luca nuove ed inaspettate avventure che si mischiano ai ricordi della sua vecchia vita.

Via da qui

Mi metto a gironzolare convinto di beccare Elena nascosta in qualche stanza o comunque di darle l'occasione di saltare fuori e porre finalmente fine al gioco che sta durando da un po' troppo tempo per essere ancora divertente.
Al passare dei minuti comincio ad innervosirmi e la mia sicurezza che si tratti di uno scherzo comincia a cedere. Passano i minuti e comincio a vedere la caposala che mi tiene d'occhio e mi rendo conto che se non me ne vado si deciderà a chiamare qualcuno. Mi giro verso l'uscita e l'infermiera a cui avevo chiesto di Elena mi si para davanti.
“C'è qualcosa che non va? Forse lei è ricoverato in qualche reparto e si è perso? Possiamo aiutarla?”
Capisco che la situazione sta velocemente degenerando, anche qui hanno l'impressione che io abbia un problema bello grosso con la mia testolina.
“Nessun problema, grazie, cercavo solo mia moglie Elena, ora ricordo che mi aveva detto che oggi non veniva al lavoro, grazie ancora.”
Una spiegazione non molto attendibile e senza senso ma mi permette di uscire e di andarmene per la mia strada. Solo che io proprio non so quale sia la mia strada. Venire all'ospedale si è rivelato inutile e anche pericoloso, ora devo uscire il prima possibile per evitare di essere fermato da qualcuno in divisa. Decido per la strada più veloce e ripasso davanti all'ingresso. Dietro al bancone c'è sempre lei, che incomincia a fissarmi appena entro nel suo raggio di scannerizzazione. Frau Chissàchì mi guarda fisso con sguardo torvo, ma credo sia il suo sguardo standard, non sembra agitarsi vedendomi uscire.
“Fatto di visita?”
“Sì, sì, grazie, tutto bene, arrivederci.”
Tiro un sospiro di sollievo: sono di nuovo fuori. Mi incammino nella direzione opposta a quella da dove sono venuto, verso il centro della città, che si trova a pochi chilometri da lì. Per la soddisfazione dello scampato pericolo comincio ad ascoltare i messaggi del mio corpo. Mi dice: freddo, fame. Non ha tutti i torti. Qui fuori fa un bel freschino, anche se la giornata non è male siamo pur sempre in autunno inoltrato. Per la fame, niente da dire, è da ieri sera che non mangio, non so esattamente che ore siano, ma devo essermi perso una colazione e un pranzo.
Sono passate almeno dodici ore da quando è iniziato questo, questo, non riesco a trovare una definizione, questa mia seconda vita diciamo e la mia situazione non mi sembra stia migliorando. Sono sempre senza niente, non ho incontrato nessuno che conosco, ho fame, ho freddo e non ho la minima idea di dove io stia andando e a fare cosa.
Da lontano, vedo arrivare un bus, sicuramente porta verso il centro, ovviamente non ho un biglietto né i soldi per comprarlo ma non credo sia un grosso problema, a occhio e croce sui bus che vengono da questa periferia e vanno in città farei più scalpore se ce l'avessi un biglietto o dei soldi per pagarne uno.
Mi fermo e aspetto che arrivi.
Sul bus dovrebbe fare almeno più caldo.
Ho deciso: vado a fare un giro in centro.
Il bus si ferma, salgo e mi metto a sedere, siamo in pochi a quell'ora e ci sono diversi sedili liberi, mi siedo e mi rilasso, ci vorrà un bel po' di tempo prima di arrivare al capolinea, che si trova in pieno centro città. Davanti a me una signora e alla sua destra un bambino. In piedi, di fianco a loro, quello che sembra essere il padre, nessuno dei tre parla, sembrano imbambolati.

...continua

One evening Luca goes down to take out the garbage, but when he tries to return to his house, on the 20th floor of a suburban building, he discovers that another person lives in his apartment and that his life, as it was until some moment before, it no longer exists. From this moment on, new and unexpected adventures begin for Luca, which mix with the memories of his old life.

Get out of here

I start wandering around convinced to catch Elena hiding in some room or at least to give her the opportunity to jump out and finally put an end to the game that has been going on for a bit too long to be still fun.
As the minutes pass I begin to get nervous and my confidence that it is a joke begins to give way. The minutes go by and I begin to see the head nurse who keeps an eye on me and I realize that if I don't leave she will decide to call someone. I turn to the exit and the nurse I asked about Elena appears in front of me.
"There is something wrong? Maybe you are hospitalized in some ward and got lost? Can we help you? "
I understand that the situation is rapidly degenerating, even here they have the impression that I have a big problem with my little head.
"No problem, thanks, I was just looking for my wife Elena, now I remember that she told me she wasn't coming to work today, thanks again."
A not very reliable and meaningless explanation but it allows me to go out and go my way. I just don't know what my path is. Coming to the hospital proved useless and even dangerous, now I have to get out as soon as possible to avoid being stopped by someone in uniform. I decide for the fastest way and review in front of the entrance. Behind the counter there is always her, who begins to stare at me as soon as I enter her scanning range. Frau Whoknows stares at me with a grim look, but I think it's her standard look, she doesn't seem to get upset seeing me go out.
"Made a visit?"
"Yes, yes, thank you, all right, goodbye."
I breathe a sigh of relief: I'm out again. I walk in the opposite direction to the one I came from, towards the city center, which is located a few kilometers from there. For the satisfaction of the narrow escape I begin to listen to the messages of my body. He tells me: cold, hungry. He's not all wrong. It's cold out here, even if the day isn't bad, we're still late autumn. For the hunger, nothing to say, I haven't eaten since last night, I don't know exactly what time it is, but I must have missed a breakfast and a lunch.
It's been at least twelve hours since this started, this, I can't find a definition, this second life of mine let's say and my situation doesn't seem to be improving. I am always without anything, I have not met anyone I know, I am hungry, I am cold and I have no idea where I am going and what to do.
From a distance, I see a bus arriving, it definitely leads to the center, obviously I don't have a ticket or the money to buy it but I don't think it's a big problem, at a guess on the buses that come from this suburb and go to the city I would make more sensation if I had a ticket or money to pay for one.
I stop and wait for it to arrive.
On the bus it should be at least warmer.
I've decided: I'm going for a ride downtown.
The bus stops, I get on and I sit down, there are few of us at that time and there are several free seats, I sit and relax, it will take a long time before arriving at the terminus, which is located in full city center. In front of me a lady and on her right a child. Standing next to them, what appears to be the father, none of the three speak, they seem dazed.

...to be continued