Diario dall'Albania - n. 12 - La situazione covid in Albania

Oggi ho deciso di tornare a scrivere dell'Albania. E, visti i tempi, raccontare di come questa maledetta epidemia abbia impattato la vita quotidiana qui in Albania.

young-woman-with-face-mask-in-the-street.jpgFoto acquistata su Freepik

Lo dico subito, rispetto all'Italia qui è stato un paradiso, ma le difficoltà non sono mancate e, temo, le conseguenze più gravi temo debbano finire di materializzarsi.

Cominciamo dai numeri: finora in Albania ci sono stati 129.842 casi di Covid-19 su una popolazione inferiore ai 3 milioni di abitanti. I morti sono stati 2353. Attualmente ci sono 24.888 persone malate, 288 in meno rispetto a ieri, di cui 11 in terapia intensiva, come riportato nel sito ufficiale istituito dallo stato albanese ed aggiornato quotidianamente (https://coronavirus.al/statistika/).

Il periodo peggiore è stato appena superato, tra i mesi di febbraio e marzo, come si vede dal grafico elaborato dalla onnipresente John Hopkins University, diventata un riferimento mondiale in fatto di ufficialità dei dati riguardanti il Covid, durante il quale le terapie intesive ospitavano oltre 40 persone ogni giorno ed i morti erano superiori ai 15-20 quotidianamente.
covid in Albania.jpgCovid in Albania

Fin qui i freddi numeri. Ma come è andata oltre a quello che i numeri dicono? Cominciamo a parlare delle misure di contenimento adottate. Un anno fa, quando il virus cominciò a colpire, parliamo di marzo-aprile 2020, anche qui fu istituito uno strettissimo controllo sui movimenti, anche peggiore che in Italia: coprifuoco H24, non si poteva uscire di casa a nessuna ora, tutte le attività economiche chiuse ad eccezione di farmacie e supermercati. In ogni famiglia una sola persona poteva uscire per mezzora al giorno (poi estesa ad un'ora) dopo aver chiesto ed ottenuto un'autorizzazione tramite un portale online. Ovviamente mascherine e guanti obbligatori appena fuori dall'uscio di casa. Come si vede dal grafico mostrato sopra i numeri erano però minimi a quelli dei periodi successivi: si parla di meno di trenta casi al giorno, meno di un cinquantesimo di quanto accaduto nella stagione appena conclusa e comunque molto inferiori a quello che accade ancora oggi. Ma era il periodo del terrore diffuso, anche qui.

Si rimase così per meno di un mese. Man mano si allentò tutto anche perché qui non esistono praticamente sostegni statali di nessun tipo e le persone devono lavorare per poter mangiare. Lo Stato mise in piedi una forma di risarcimento per le aziende obbligate a chiudere erogata una tantum: meno di 300 euro. Decisamente troppo poco per sostenere un'economia bloccata. Questa consapevolezza unita al fatto che le persone cominciavano a rispettare sempre meno gli obblighi imposti portò alla cancellazione di ogni forma di controllo. Praticamente da maggio a settembre 2020 fu lasciato il libera tutti.

A settembre arrivò la nuova ondata in Europa. E con essa le nuove norme di contenimento anche in Albania, nonostante i numeri fossero addirittura in calo rispetto al mese di agosto, quando, complici i movimenti vacanzieri ci fu un recupero dei contagi. Le nuove norme prevedevano obbligo di mascherina all'aperto e coprifuoco dalle 22.00 alle 6.00, poi allungato dalle 20.00 alle 6.00 e solo da meno di una settimana riportato ancora dalle 22.00 alle 6.00.

Obblighi praticamente inutili. L'obbligo di mascherina è sempre stato ignorato all'aperto praticamente da oltre il 90% della popolazione, incluse le forze dell'ordine che avrebbero dovuto farlo rispettare. Entro poche settimane anche al chiuso nessuno la indossava correttamente, per lo più finiva sotto al mento. Il coprifuoco notturno era più rispettato ma in inverno non è ch ci fosse chissà quale movimento notturno neanche nell'epoca pre-covid. Vero che qui tutti i negozi rimanevano aperti fin dopo la mezzanotte spesso, ma il traffico era comunque poco.

1619009798080.jpgMercato rionale all'aperto a Tirana: nessuno porta la mascherina

Le frontiere sono sempre rimaste aperte, in entrata ed uscita, senza mai nessuna richiesta né di tamponi, né di quarantena né di nessun altro tipo.

Gli unici ad aver subito pesanti danni diretti da queste norme sono stati quindi i bar ed i ristoranti, che, dovendo chiudere alle 20.00, hanno visto dimezzata la loro giornata lavorativa.

Nonostante ciò la situazione non è mai stata drammatica né drammatizzata. La gran parte della popolazione non ha mai invocato la richiesta di maggiori restrizioni, semmai anzi ha sempre poco tollerato quelle in vigore e tuttora continua per lo più a chiederne la sospensione. Eppure tutti hanno avuto in qualche modo contatto con la malattia, si sono ammalati personalmente o qualche con parenti colpiti. Come detto i morti sono stati oltre 2000.

La gran parte delle persone malate qui non ricorreva agli ospedali neanche prima del Covid ed anche chi si ammalava con questo nuovo virus, per la gran parte come ovunque in maniera asintomatica, ha continuato a curarsi per proprio conto e spesso non ha neanche smesso di uscire e lavorare. E' facile immaginare che la cosiddetta 'immunità di gregge' dopo qualche mese è stata raggiunta. Ed infatti i numeri dei contagi e delle vittime ha cominciato a scendere. Ora si sta attribuendo questo risultato alla diffusione dei vaccini, ma non ho paura ha definire questa come una fake news, visto che fino a 20 giorni fa in Albania non erano stati vaccinati neanche tutti i medici e gli infermieri dei reparti covid. I vaccini per la popolazione sono arrivati appunto una ventina di giorni fa, provenienti per la quasi totalità dalla Cina (Europa e progetto Covax non pervenuti!). A tutt'oggi risultano vaccinati con le due dosi meno di 1000 persone, 350mila circa hanno ricevuto la prima dose, in tutti i casi del vaccino cinese, quello che la "comunità scientifica occidentale" ritiene scarsamente efficace. Ad ogni modo dal grafico già mostrato si osserva che il trend discende di contagi è iniziato ben prima la campagna di vaccinazione, che ancora definire allo stato "embrionale" è eufemistico.

Nonostante questa situazione la gente non ha paura, vive abbastanza normalmente e anzi vorrebbe tornare a poterlo fare totalmente, con l'eliminazione delle limitate regole ancora attualmente in vigore. Infatti su sollecitazione delle persone e delle aziende da poco il coprifuoco è stato di nuovo ridotto di due ore ed è tornato a scattare a partire dalle 22.00

Inoltre qui il 25 aprile, mentre in Italia si festeggerà, si terranno le elezioni. La campagna elettorale, cominciata negli stessi giorni in cui è arrivato il vaccino cinese, circa 20 giorni fa, si è tenuta in barba a qualsiasi regola: assembramenti di persone all'aperto e spesso anche al chiuso senza mascherina, cene e incontri nei ristoranti e nelle sezioni, ben oltre le 22, fino a notte fonda. Da parte di tutti i partiti dello schieramento parlamentare. Su Facebook compaiono anche le pubblicità elettorali dei candidati in giro a incontrare i propri sostenitori per lo più senza nessun uso della mascherina, che nei casi in cui è presente, si ritrova, come al solito, sotto al mento.

Il tutto in attesa delle nuove ondate.

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