IL RAPIMENTO DI FANGIO

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Siamo a Cuba nel 1958. L'agonizzante regime di Batista, per cercare di dimostrare al mondo che tutto nel paese procede bene, decide di organizzare un Gran Premio di automobilismo all'Avana, invitando i maggiori piloti fra cui il pluricampione argentino Manuel Fangio. Arnol e Manuel sono due rivoluzionari cubani fedeli a Fidel, fanno parte di un commando di 13 persone chiamato Movimento 26 luglio che hanno il compito di rapire il grande campione. Fangio aveva ottenuto il miglior tempo durante le prove quindi sarebbe partito in pole position. I due capi del commando si trovano nella hall dell'hotel Lincoln, Fangio esce dall'ascensore, Manuel gli si avvicina e gli punta una pistola sul costato invitandolo a seguirlo. Fango credendo si trattasse di uno scherzo segue Manuel fino alla macchina parcheggiata davanti all'hotel che parte a tutta velocita'. La macchina corre fra i vicoli dell'Avana, ad un certo punto si arresta di fronte ad una sorta di condominio popolare, il campione si gira verso i rapitori “Cosa facciamo qui? ”, l'autista risponde “Solo 5 minuti”. A quel punto il campione si accorge di non avere davanti una banda di pericolosi criminali ma bensi' degli studenti Rivoluzionari che, malgrado le armi e tutto il resto, non gli farebbero mai del male. La casa dove entra non e' altro che l'abitazione del conducente che voleva presentare il campione argentino alla sua famiglia. Strette di mano, autografi, qualche abbraccio ed il gruppo torna in macchina per raggiungere il vero nascondiglio. Giungono cosi' alla casa di Arnol, oramai la notizia del rapimento del leggendario campione si e' diffusa in tutto il mondo, la citta' e' assediata dalle forze dell'ordine. Nella casa di Arnol Fangio e' accolto da una cena a base di bistecca, insalata, patate, formaggio e pesche preparata da Aymee Moran una delle donne coinvolte nell'oparazione. Viene fatto riposare nella camera da letto della madre di Arnol, leggenda racconta che non riposo' da solo...Dopo il riposo il commando spiega a Fangio le ragioni del loro gesto, il campione ascolta con molta attenzione. Nella notte le sirene della polizia rompono lo spettrale silenzio della capitale, Batista e' furioso per lo smacco subito. Quello che doveva essere un grande evento mediatico si e' trasformato in una ridicola farsa. Al dittatore viene recapitato un messaggio in cui Fangio dichiara di essere vivo. Fra l'altro la corsa, davanti a 150 mila spettatori, verra' sospesa dopo 30 km in quanto una vettura, la Ferrari Testarossa guidata dal cubano Cifuentes, uscendo di pista piombera' sul pubblico causando 7 morti e 40 feriti, caso vuole proprio nei pressi dell'ambasciata statunitense. Fangio chiede ai rapitori di poter seguire la corsa, viene acceso un televisore, ostaggio e rapitori spalla a spalla seguono l'evento. Visto l'esito drammatico della gara Fangio dichiara ai suoi rapitori “Potrebbe essere che io debba pure ringraziarvi fra qualche anno”. Il campione segnato da questi avvenimenti decidera' proprio di ritirarsi al termine della stagione 1958. A quel punto lo scopo e' stato raggiunto, il commando libera il prigioniero, per evitare che Batista lo faccia uccidere accusando poi i rivoltosi contatta direttamente l'ambasciata argentina. Rapitori ed inviati argentini si incontrano, Fangio sorridente presenta “i suoi amici rapitori” prima di salutare gli stessi con una stretta di mano. I rapitori si scusarono promettendo di invitarlo alla futura festa della Rivoluzione. E' indubbio che fra Fangio ed i rapitori si strinse un rapporto solido, forse per una visione politica comune, forse per averlo tirato fuori da quella maledetta gara, forse perche' era stato trattato benissimo, chissa'? Negli anni il campione ed i ribelli restarono in contatto. Arnol venne invitato ad essere membro della fondazione Fangio, il campione nel 1981 si reco' a Cuba per incontrare Fidel ed i rapitori oramai al governo del paese da oltre 2 decenni. Il fratello di Fangio dichiaro' di averlo visto piangere raramente, nel 1981 all'Avana fu una di quella volte. 1995 Buenos Aires, un anziano signore e' seduto su una sedia, oramai manca poco alla fine. E' molto debole, nella stanza entra una persona, la sagoma cammina verso il vecchio che strizza gli occhi nel tentativo di capire chi ha davanti. La vista e' quasi andata, riconosce l'uomo solo quando si trova a pochi passi di distanza. “Arnol...Cuba...” il vecchio tenta di alzarsi ma l'uomo lo dissuade;”Non sforzarti Manuel, che ho gia' rischiato di ammazzarti una volta”. Manuel sorride all'amico ritrovato.

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