DIARIO DI BORDO

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7/9/2021
Sabato scorso finalmente abbiamo dato vita all'impresa che preparavamo da tempo.
La “conquista” del Rifugio Gastaldi.

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Il tutto e' stato anticipato da una certa preoccupazione visto che soltanto il giorno prima una persona ci aveva lasciato la vita in un canalone a poche decine di metri dal rifugio.
Era un 55 enne che stava portando dei generi alimentari, un habitue' che saliva spesso in rifugio ma che quel giorno ha deciso di farlo nel tardo pomeriggio, e' arrivato un nebbione, si e' perso e lo hanno ritrovato i soccorsi il giorno dopo senza vita.
Quindi prima di decidere il da farsi abbiamo consultato il meteo, visto che dava bello abbiamo deciso di provarci ugualmente.

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Ci siamo ritrovati in 10 al rifugio Citta' di Cirie' a 1800 metri al Pian della Mussa, uno di noi non ha partecipato e ci ha aspettato in rifugio dove saremo rientrati visto che al Gastaldi per il lutto non davano da mangiare.
Siamo partiti, un paio a meta' strada sono tornati indietro per ragioni di salute raggiungendo l'altro al rifugio Citta' di Cirie'.

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La scalata e' stata bella tosta, un po' piu' di 2 ore e mezza per un dislivello di 900 metri, siamo arrivati in 7, sei di un eta' compresa fra i 57 e i 60 ed un figlio 28 enne.

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In rifugio ci hanno fatto un panino innaffiato con una birretta e poi siamo scesi, impegnativa anche la discesa visto le pendenze.

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Ci siamo ricongiunti con gli altri nel rifugio a 1800 metri per una polenta concia con salsiccia e spezzatino di vitello che dopo la faticaccia ci ha riconciliati col mondo.
Fare queste cose con gli amici di tutta la vita e' una di quelle cose che fa bene all'anima oltre che al fisico, ci siamo ripromessi di farne una ogni anno sotto la guida, come e' stato questa volta, di uno di noi che ha la montagna nel sangue.
La prossima volta mi muniro' delle bacchette, ero un po' scettico infatti non le avevo ma credo che siano un bell'aiuto per equilibrare il peso e scaricare un po' la fatica dalle gambe alle braccia.
Saluti.

« Io sono un uomo antico, che ha letto i classici, che ha raccolto l’uva nella vigna, che ha contemplato il sorgere o il calare del sole sui campi. (…) Non so quindi cosa farmene di un mondo creato, con la violenza, dalla necessità della produzione e del consumo. Detesto tutto di esso: la fretta, il frastuono, la volgarità, l'arrivismo. (…) Io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù.»
Pier Paolo Pasolini

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