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Venezuela: Lanciata la criptovaluta nazionale legata al petrolio.

Il petro: una nuova criptovaluta legata alla produzione petrolifera per uscire dalla crisi

Il Venezuela sta vivendo una fase di forte instabilità politica ed economica da qualche anno a questa parte. Nonostante il paese sia ricco di risorse naturali come il petrolio, la fortissima corruzione unita all’incapacità della classe politica e dirigente di far fronte ai bisogni elementari della società venezuelana hanno portato un malcontento crescente da parte della popolazione.

Ma qualcosa potrebbe cambiare e portare una piccola luce in fondo al tunnel, e questo cambiamento potrebbe essere favorito soprattutto dall’uso delle criptovalute.

Recentemente infatti, il presidente venezuelano Maduro ha ordinato l’emissione dei primi 100 milioni di petros, una criptovaluta
nazionale oil-backed, il cui valore sarebbe legato alle riserve petrolifere nazionali. Maduro ha anche indicato che ogni petro avrà il valore di un singolo barile di petrolio. Ecco cosa ha dichiarato:

“Ho ordinato l’emissione di 100 milioni di petros, basando la mia scelta sul benessere nazionale. Ogni petro avrà il valore di un barile di petrolio venezuelano”.

Il 14 gennaio si organizzerà il primo incontro ufficiale con coloro che dovranno creare digitalmente la nuova criptovaluta (definiti tecnicamente come miner); quello stesso giorno verrà pubblicato inoltre il white paper, vale a dire un documento di sintesi nel quale verrà delineato il progetto nei suoi punti principali, chiarendo dettagli tecnici e programmatici. Il presidente Maduro già in passato si era espresso favorevolmente in merito all’emissione di una criptovaluta nazionale. Nel pieno rispetto dello spirito della politica bolivariana, il petro sarà sottoposto ad un controllo prevalentemente statale.

L’iperinflazione che flagella il Venezuela ha portato ad una mancanza di fiducia nei confronti della valuta fiat nazionale, il Bolivar. Questa crisi ha spinto la popolazione, oramai esasperata, ad accedere al Bitcoin come strumento per effettuare delle transazioni stabili, una vera e propria “bitcoinizzazione”, a detta degli economisti.